Senza titolo 1


“Non sarà il canto delle sirene che ci innamorerà,
noi lo conosciamo bene, l’abbiamo sentito già,
e nemmeno la mano affilata, di un uomo o di una divinità.
Non sarà il canto delle sirene in una notte senza lume,
a riportarci sulle nostre tracce, dove l’oceano risale il fiume,
dove si calmano le onde, dove si spegne il rumore. “


Ho bisogno di uno sfogo, il fatto è che non so davvero dove andare a parare. Ho pensato a una persona e a quanto mi ha ascoltato in passato. Mi sono resa conto di non sentirmela di cercarla per parlarle dei miei problemi così stupidi e impalpabili. Sarà un modo di dimostrare di voler bene a qualcuno non desiderare assillarlo con i propri patemi? Sto ad una svolta, una nuova svolta, una delle tante, ma come ogni volta che lo decido, questa sarà la decisione giusta, sarà ciò che finalmente mi porterà ad essere felice, a non aver più bisogno di vagare ancora: devo imparare a non aver bisogno di nessuno. Ciclicamente le persone si avvicinano e si allontanano, e allora perché affannarsi nel dialogare, nel cercare punti in comune, nel desiderare condivisone? Chi oggi sembra essermi così vicino domani sarà estraneo.


Occorre che impari presto a non aver bisogno di esternare, bisogna che faccia a meno dello sfogo, che tanto è di per sé superfluo: dopo resta quella sensazione di inutilità, è come avere la scritta “idiota” lampeggiante sopra la testa.


Il blog. Lo sfogo contemporaneo, l’ascesa dell’ego. Ci ho provato, ma non riesco a reggere il confronto con blog migliori del mio, sono malata di invidia, non voglio diventare un esercizio di stile che va aggiornato e curato come una pianta: io ho il pollice nero, a casa mia ogni vegetale muore, anche le piante grasse, io non ho costanza. Ho bisogno di sentirmi migliore, voglio credere anche solo per un momento di essere speciale, non mi serve mettermi in lotta, non voglio entrare in un mare infestato da squali. Non voglio urlare a tutti come mi sento, sono affari miei, mi riscopro ridicolmente intimista, ho bisogno di sentirmi speciale, di parlare con una persona speciale.


Mi esce la parola “mi manchi”. Non è possibile che sia così idiota da aver bisogno di qualcuno che per un breve periodo nella mia vita ha compreso tutto ciò che avevo dentro. Non è possibile, non era vero, è sicuramente stata una convinzione mia, una bugia, un’idealizzazione tra tante, di cui mi servo per passare da una stampella all’altra. Se imparassi a camminare da sola sarebbe tutto più facile.


E’ così. Vivere senza l’aiuto di nessuno. E con la parola aiuto riaffiorano le mie belle parole quando dico a chi mi sta accanto che i mali non passano da soli, che c’è bisogno di una figura professionale che ci aiuti a superarli. E mi viene da piangere. Dove sta la verità tra un’opinione urlata alle quattro di mattina e un’altra sibilata all’ora di pranzo. Chi ha ragione, chi ha torto, chi sta bene, chi sta male, come si misurano tutte queste cose. Non so con cosa si misurano. Sicuramente non con le parole, che ormai non hanno più nessun significato, né quelle gettate su un pc, né quelle vergate con la penna, quelle stupidamente buttate nel telefono, quelle piovute in un boccale di birra, neppure quelle soltanto pensate e mai impresse da nessuna parte. Non hanno significato le parole, ho perso tutto, anche la dialettica. Carver, il tuo mito sta per crollare. Le parole non sono più tutto ciò che abbiamo. Né giuste, né sbagliate, non sono che pensieri storti le parole ormai.


Ma io ho bisogno di parlare, adesso, ho bisogno di uno sfogo. E mi odio per questo.

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2 commenti su “Senza titolo 1

  1. la tua voce come il coro delle sirene di Ulisse m’incatena…

    ed è bellissimo perdersi in quest’incantesimo…

    uso le parole di Battiato per comunicarti che vedo il blog, e mi piace un sacco…

    bacio

  2. scrivere sulla tua pelle… adorerei arabescare il tuo corpo, unire lettere segni e parole in un intricato e unico schema, usando dolci e densi liquori speziati, per unire insieme ogni senso…

    tatto… nello scorrere delle dita umide di colore lungo le sottili lineee dell’epidermide

    odorato… nello sprogionarsi dell’insieme dei profumi tuoi naturali mischiati alla spezia…

    vista… nel discernere lentamente il piano, il motivo unico dell’insieme finale…

    udito… nel sentire i lievi ansiti provocati dal lieve tocco delle mie dita…

    gusto… nell’infine distruggere totalmente l’opera appena creata, serbandone l’unico ricordo nella memoria…

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